Pina- Wim Wenders
Amanda Bellanti, 2I
Ho visto al cinema il film “Pina” di Wim Wenders, e lo consiglio vivamente a tutti. Quando sono uscita dalla sala, la prima cosa che ho pensato è che dovevo rivederlo, per capirlo meglio e soprattutto, per coglierne i particolari, che in questo film sono tantissimi.
E’ un po’ diverso dal normale genere di film, non solo perché è un documentario (non pensate subito: “che noia!” perché è ciò che ho pensato anche io, ma è totalmente diverso dal tipo di documentario che ci si aspetta)ma anche per come è stato girato, per le scelte stilistiche e le modalità di espressione. Infatti il regista sceglie, oltre alle immagini, la danza come elemento protagonista del film. Con ciò non voglio dire però che lo consiglio solo a chi balla, o chi è appassionato di danza classica, perché io come prima non lo sono, e mi è piaciuto tantissimo lo stesso.
Il film è dedicato a Pina Bausch , una famosa coreografa tedesca, che guidò per molti anni il “Tanz-theater”(teatro-danza) di Wuppertal , un teatro in cui gli attori sono anche ballerini e si esprimono attraverso il ballo. E’ morta qualche anno fa di cancro. Il regista ha deciso di continuare da solo il progetto del film già con lei cominciato. Ha avuto quindi l’idea di “intervistare” i ballerini che facevano parte della compagnia, e che sono quindi stati suoi allievi. Essi sono sì intervistati, ma il regista non pone domande, né li lascia parlare a lungo, riprende semplicemente le loro espressioni accompagnante da poche loro parole,e poi, parte principale del film, li riprende mentre ballano, da soli, o nell’opera “Cafè Mueller”, una delle più famose di Pina Bausch.
Molto spesso gli scenari sono il teatro con le sue scenografie diverse o la zona attorno ad esso. I ballerini ballano su prati, vicino a boschi e fiumi, vicino alle strade, sulle montagne di una cava e, scenario molto particolare, in un tram che sta agganciato ad un sostegno elevato, attraversando la città dall’alto e dando l’impressione che esso voli. Essi danno un aspetto ancora più fantasioso al film.
La danza dei ballerini su scenari semplici, ma allo stesso tempo impressionanti, cattura tantissimo, mettendo voglia di guardarli per sempre. Essi riescono ad esprimere sé stessi e a divertire, ballando in moltissimi modi diversi, buffi, malinconici, allegri.
Anche le musiche sono fantastiche, e accompagnano alla perfezione il film. O forse, molto più probabile, è la danza che accompagna e rappresenta alla perfezione la musica, trasformandoli in un unico corpo,un corpo che si muove e vuole dire allo spettatore tante cose, di cui la prima: “Ascoltatemi”. E ascoltatelo, ne vale davvero la pena.
E’ un po’ diverso dal normale genere di film, non solo perché è un documentario (non pensate subito: “che noia!” perché è ciò che ho pensato anche io, ma è totalmente diverso dal tipo di documentario che ci si aspetta)ma anche per come è stato girato, per le scelte stilistiche e le modalità di espressione. Infatti il regista sceglie, oltre alle immagini, la danza come elemento protagonista del film. Con ciò non voglio dire però che lo consiglio solo a chi balla, o chi è appassionato di danza classica, perché io come prima non lo sono, e mi è piaciuto tantissimo lo stesso.
Il film è dedicato a Pina Bausch , una famosa coreografa tedesca, che guidò per molti anni il “Tanz-theater”(teatro-danza) di Wuppertal , un teatro in cui gli attori sono anche ballerini e si esprimono attraverso il ballo. E’ morta qualche anno fa di cancro. Il regista ha deciso di continuare da solo il progetto del film già con lei cominciato. Ha avuto quindi l’idea di “intervistare” i ballerini che facevano parte della compagnia, e che sono quindi stati suoi allievi. Essi sono sì intervistati, ma il regista non pone domande, né li lascia parlare a lungo, riprende semplicemente le loro espressioni accompagnante da poche loro parole,e poi, parte principale del film, li riprende mentre ballano, da soli, o nell’opera “Cafè Mueller”, una delle più famose di Pina Bausch.
Molto spesso gli scenari sono il teatro con le sue scenografie diverse o la zona attorno ad esso. I ballerini ballano su prati, vicino a boschi e fiumi, vicino alle strade, sulle montagne di una cava e, scenario molto particolare, in un tram che sta agganciato ad un sostegno elevato, attraversando la città dall’alto e dando l’impressione che esso voli. Essi danno un aspetto ancora più fantasioso al film.
La danza dei ballerini su scenari semplici, ma allo stesso tempo impressionanti, cattura tantissimo, mettendo voglia di guardarli per sempre. Essi riescono ad esprimere sé stessi e a divertire, ballando in moltissimi modi diversi, buffi, malinconici, allegri.
Anche le musiche sono fantastiche, e accompagnano alla perfezione il film. O forse, molto più probabile, è la danza che accompagna e rappresenta alla perfezione la musica, trasformandoli in un unico corpo,un corpo che si muove e vuole dire allo spettatore tante cose, di cui la prima: “Ascoltatemi”. E ascoltatelo, ne vale davvero la pena.
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