martedì 12 marzo 2013

Il protocollo di Kyoto

Il Protocollo di Kyoto, l’ Attesa continua fino al 2015
di Francesco Biscotti 2i 

E’ avvenuto nel 1997: prevede che le nazioni firmatarie si impegnino a ridurre globalmente entro il 2012 le emissioni di CO2 del 5,2% rispetto a ciò che emettevano nel 1990! Ciò implica che a seconda di ciò che emettevano nel 1997, ogni nazione è tenuta a rispettare una personale percentuale di riduzione: per esempio l’U.E. entro il 2012 dovrebbe ridurre le emissioni dell’8% e l’Italia del 6,5% rispetto ai valori del 1990.

Però le buone intenzioni non sono state da molti(anzi oserei dire dalla maggior parte dei paesi) rispettate:

  • l’Europa fino al 2004 aveva ridotto le sue emissioni solo dello 0,9%;
  • l’Italia anziché ridurle le ha aumentate del 13% per cui dovrebbe, per rispettare gli accordi, entro il 2012 divenire così virtuosa da ridurle del 20%!

La conferenza di Bali del 2007 ha preso atto di questa situazione di stallo e ha chiesto ai Paesi firmatari di migliorare i propri impegni, ponendo alcuni obiettivi: ridurre, entro il 2012, del 20% le emissioni di gas serra, aumentare del 20% l’efficienza energetica dei singoli paesi, aumentare del 10% l’uso di biocarburanti (meno inquinanti) e aumentare del 20% l’uso di fonti di energia rinnovabili.
Nella medesima conferenza è stata stilata una graduatoria dei paesi che emettono CO2 e l’Italia, pur essendo piccola, è risultata il 10° paese a livello mondiale per contributo all’emissione di gas serra.

Ma che cosa sono veramente i gas serra? Molti, penso, si facciano questa domanda, la quale per la maggior parte delle volte non ha una risposta e perciò vorrei approfondire la questione brevemente: i gas serra sono gas che compongono in buona parte l’ atmosfera, sono trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla Terra ma riescono a trattenere, in maniera consistente, la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre. Senza di essi la Terra sembrerebbe un enorme ammasso di ghiaccio, ma se presenti in enorme misura potrebbero modificare vari aspetti del nostro pianeta.

Entro pochi anni è previsto un aumento del 2°C che potrebbe causare maggiore presenza delle precipitazioni e degli uragani;un aumento della siccità alle medie altitudini; cambierà la distribuzione di alcune malattie tipicamente tropicali, potrebbe scomparire il 30% delle zone costiere e il 40% delle specie vegetali e animali potrebbero estinguersi.

Pochi giorni fa, inoltre, c’è stata la discussione dei ministri riuniti a Durban per la Conferenza mondiale dell'Onu sul clima. L'ipotesi che sta prendendo forma con forza sempre maggiore è quella di un Kyoto2 valido fino al 2015, anno in cui dovrebbe poi essere negoziato un accordo operativo dal 2020. Il summit, cominciato lo scorso 28 novembre, avrebbe dovuto concludersi e c'è il rischio che i delegati dei 194 Paesi partecipanti non riescano a raggiungere l'accordo prima di ripartire.

Quindi, noi, al più presto dovremmo cambiare le nostre abitudini, non in modo radicale, ma compiendo soltanto dei piccoli sforzi, ma necessari: dovremmo spegnere lo stand-by di notte,andare il meno possibile in macchina da soli e consumare il meno possibile cibo proveniente da luoghi lontani.

Anche Bologna nel suo piccolo ha approvato una sorta di Microkyoto locale per cercare di invertire la rotta, e vorrei aggiungere con successo, anche se un po’ troppo lentamente.
Dunque, secondo me, è utile apportare delle modifiche sulle nostre abitudini,anche se sono per noi care,gradualmente miglioreranno il futuro del nostro pianeta.

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