Lo specchio in letteratura, in filosofia e nella vita quotidiana
di Yvonne Tullini, 3H
Lo specchio è un oggetto che ha colpito e stimolato
l’immaginario umano a causa della sua particolare caratteristica di riflettere
le immagini. Esso è spesso legato al tema del doppio, dell’universo
alternativo, della bellezza e della divinazione. Tra le numerose idealizzazioni
spiccano quella dello specchio magico, cioè quello delle favole, quella
della tradizione mitologica e quella come rappresentazione della vanitas.
Secondo le credenze popolari gli specchi sarebbero in grado di imprigionare
l’anima.
Inoltre, considerando un campione di almeno venti film
dell’orrore, si nota la ricorrente presenza di questo elemento, soprattutto
nelle scene di massima tensione, in cui uno dei personaggi guarda la propria
immagine riflessa nello specchio e…rullo di tamburi, essa è completamene
deformata, oppure vi appare una figura demoniaca (vampiri, demoni…).
Sempre rimanendo in un contesto grottesco e inquietante, a
tal proposito emergono numerose leggende all'interno della cultura popolare:
quella di Bloody Mary, secondo la quale la ripetizione di questo nome per tre
volte porterebbe alla perdita della vista; oppure quella relativa al basilisco,
in cui si viene pietrificati immediatamente qualora si veda la sua immagine riflessa in uno specchio.
Nella
mitologia cinese i morti osservano la forma in cui rinasceranno in uno specchio
magico, e con ciò si può constatare che allo specchio è attribuito il potere di
materializzare il passato, il presente e il futuro.
La sua
duplice struttura ha anche un parallelismo rispetto a quello che simboleggia:
oltre a essere un simbolo di inganno, fugacità e vanità, ne raffigura anche il
contrario: verità, eternità e realtà.
Dal
punto di vista della quotidianità,
l’oggetto permette di vedersi, ammirare la propria bellezza, scoprire se
stessi.
A tal
proposito, se inteso in chiave positiva, spinge alla contemplazione e
conoscenza di sé; se inteso in chiave negativa, porta al cosiddetto narcisismo,
il cui termine deriva dalla leggenda del giovane Narciso. Questi si innamorò
della propria immagine riflessa nell'acqua morendo annegato nel tentativo di raggiungerla
e baciarla. Questo concetto è stato poi
sviluppato nel Rinascimento attraverso quello di vanitas.
Psicologicamente
lo specchio diventa testimone di cambiamenti evidenti del nostro essere, quasi
testimone di una metamorfosi. Possiamo citare a proposito “il Naso” di Gogol,
“lo strano caso del dottor Jekill e Mr Hyde”di Stevenson nella scena in cui il
dottore vede nello specchio il malefico Mr Hyde prendere posto nel suo corpo, e
“Uno, nessuno, centomila” di Pirandello, in cui il protagonista Vitangelo
Moscarda è in grado di constatare che il suo naso è “inestetico” guardandosi
allo specchio, atto da cui nasce tutta la sua pazzia.
Riguardo
a questa crisi di identità e alla vanità, Shakespeare afferma: “Peccato
di vanità domina i miei occhi, l'intera anima mia ed ogni mio altro senso; e
per questo peccato non v'è alcun rimedio, tanto è radicato nell'intimo del mio
cuore. Penso che nessun volto sia gentile quanto il mio né forma più perfetta,
o perfezione sí pregiata; e al mio proprio merito attribuisco tal valore ch'io
supero ogni altro in qualsiasi campo. Ma quando lo specchio mi svela come sono,
colpito e disfatto da consunta vecchiaia, leggo al rovescio questo amore di me
stesso: sarebbe cosa infame amare quell'io che vedo. Sei tu, il mio vero io,
che elogio in vece mia, rinverdendo la mia età col colore dei tuoi anni.”
Analogamente, per quanto riguarda il
rapporto tra l’osservatore e il suo riflesso, il giovane Dorian Gray
pone tutta la sua bellezza in un ritratto, riconducibile ugualmente allo
specchio, proprio a causa della sua vanità,
rispecchiando in tal modo gli ideali dell’estetismo di Oscar Wilde. Quindi egli
si nutre di un principio di bellezza ossessiva, malata, che porta al compimento
di cattive azioni e alla morte.
Una visione simile è riconducibile
alla favola di Biancaneve, in cui è lo “specchio
specchio delle mie brame” a rivelare alla regina l’esistenza di Biancaneve nel
regno, una giovane più bella persino di lei; e questo fatto porta la donna ed
appassire di invidia.
“Spieglein, Spieglein an der Wand, wer ist die Schönste im ganzen Land?“
Inoltre
in “Alice nel paese delle meraviglie, attraverso lo specchio” Carroll immagina
che alla protagonista venga in mente di oltrepassare il limite dello specchio, per
esplorare ciò che succede al di là di esso, in un modo in cui il lato destro di
oggetti e persone diventa il sinistro e tutto è come girato su se stesso.
In un
certo senso, si può affermare che lo specchio è acerrimo nemico delle donne, in
quanto attraverso di esso emerge ogni lieve -ed enfatizzo “lieve”- difetto.
Solitamente, nella maggior parte dei casi, questo porta solo a un innocuo
disagio; talvolta invece l’insoddisfazione rispetto al proprio aspetto causa
malattie psicofisiche gravi, e a volte difficilmente curabili.
Ed ecco
esaminati, in parte, gli aspetti di uno degli oggetti della nostra vita
quotidiana, poliedrico, complesso e
misterioso.
Questa piccola storia sull'utilizzo degli specchi, specie nella letteratura, mi ha aiutato moltissimo per la mia tesina, incentrata appunto sullo specchio.
RispondiEliminaGrazie mille.
pure a me grazieeeeeee
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