venerdì 15 marzo 2013


           Vincitori oggi, vinti domani

di Sabina Grossi, 3B


Con dispiacere e rabbia, ogni giorno constato la tendenza -dilagante e sempre più pericolosa- non solo all’indifferenza, ma alla totale e illusoria auto-convinzione di non aver nulla a che vedere con la Mafia.
Essa è infatti avvertita, dalla maggior parte delle persone che mi circondano, costantemente come un’entità lontana, indefinita, innocua, come un problema che non ci riguarda da vicino. E io ritengo che questo sia l’errore più stolto e riprovevole che ognuno di noi possa fare. Sfatiamo questo falso mito, la Mafia non è un siciliano minaccioso, armato di coppola e sigaro, che chiede il pizzo agli artigiani del suo Paese; non è un boss napoletano che si nasconde in un bunker e gestisce illegalmente un’organizzazione criminale; non è il latitante arrestato dopo trent’anni di fuga dalle Forze dell’Ordine; la Mafia non è più solo questo: come la nostra storia recente testimonia, un mafioso può anche lavorare alla luce del sole, dietro una scrivania o seduto su una poltrona di un qualsiasi ufficio, pubblico o privato, celato dietro le apparenze e protetto dai pregiudizi che molti di noi tuttora hanno rispetto alla realtà mafiosa. La Mafia non è il Sud. La Mafia non ha una razza, un volto, un accento.
La Mafia è ogni tipo di atteggiamento che, attraverso la violenza e l’illegalità, nuoce alla comunità. Si parla dei meridionali come se fosse a loro connaturato questo status, fingendo, per paura, di non essere fatti tutti allo stesso modo, di non avere la medesima natura, di non essere nel cuore e nella mente tutti uguali. Con questa viltà diffusa e con la mancata accettazione della realtà noi collaboriamo tutti i giorni alle vittorie della Mafia, che divora, avida e insaziabile, tutto ciò che è umano, come la dignità, il rispetto per il prossimo, la ragione.
Svegliamoci dal sonno, smascheriamo la verità che oziosamente non abbiamo indagato, e insieme costruiamo una coscienza comune all’insegna della legalità, della collettività e della libertà! Siamo tutti vittime della Mafia, direttamente o indirettamente, e per questo non abbandoniamo le realtà più colpite, perché difendere la vita dei più deboli significa garantirla a tutti!

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