domenica 24 febbraio 2013

The Dictator- Sacha Baron Cohen


 The Dictator – Sacha Baron Cohen

Odo Paganelli, 3^H


 Sacha Baron Cohen è un vero provocatore. “Il Dittatore”, terzo film che l'attore realizza con il regista di “Borat” Larry Charles, non fa assolutamente eccezione: anzi, si spinge molto in là verso un umorismo chiassoso e nel peggiore dei casi Infantile e disgustoso.  Haffaz Aladeen è il dittatore di Wadiya, paese immaginario del nord Africa, capriccioso e volubile, il generale e supremo leader partecipa (e vince) alle sue olimpiadi, recita nei suoi film, detesta le bombe spuntate e adora le armi , ha il vizio delle pene capitali, dei cartoni animati e della Wii. Antidemocratico e orgogliosamente scemo Haffaz Aladeen è 'invitato' dalle Nazioni Unite a dimettersi.
Una riflessione: Sacha Baron Cohen e Charlie Chaplin hanno biografie che si  assomigliano. Entrambi sono uomini britannici star del cinema comico. Entrambi hanno un debole nel prendere in giro i potenti. Entrambi hanno radici ebraiche. Quindi si puo’ dire  che Baron Cohen si è divertito a  re-immaginare una delle opere di Chaplin “Il Grande Dittatore”.

Sorprendentemente  Baron Cohen ha realizzato un  film più potente rispetto a quello di  Chaplin.

Amm. Gen. Haffaz Aladeen è l'eroe del film, anche se certamente non molto simpatico. Un composito collage  dei peggiori leader mondiali, è ricco di petrolio, omicida, e ha il sogno di usare le armi nucleari contro Israele. Durante un viaggio a New York per un intervento  presso le Nazioni Unite, Aladeen è tradito da uno zio malvagio (interpretato da Ben Kingsley, sempre felice di interpretare   ruoli in contrasto con il ritratto di Gandhi che lo ha definito). Aladdeen  chiede aiuto all’inconsapevole Zoey (Anna Faris), una femminista, vegana, responsabile negozio di alimentari biologici.

C’è voluto del  coraggio per  Chaplin per realizzare  Il grande dittatore, in quell’epoca, sia perché ha rappresentato caratteri ebraici in ruoli eroici sia  perché sollecitava una guerra contro le potenze dell'Asse in un momento in cui molti americani erano restii a  farsi coinvolgere.

Le parti migliori di Il grande dittatore, le scene che lo rendono un classico, sono quelle  più lievi, come la sequenza dove “Chaplin” gioca con un palloncino globo giocattolo e piange come un bambino quando si rompe.

Completamente nel carattere, Aladeen dà una ben motivata ed  incredibilmente ironica  argomentazione contro la democrazia a favore del fascismo-one e non troppo sottilmente fa notare  che le popolazioni delle società occidentali sono spesso meno libere di quanto ci piace credere. E’ il momento migliore del film.

Con la sua passione per l’umorismo escatologico, non è probabile che Baron Cohen sia  candidato  agli Oscar. Ma per me il  film di Baron Cohen è veramente un gran bel  film.




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