The Dictator – Sacha
Baron Cohen
Odo Paganelli, 3^H
Sacha Baron Cohen è un vero provocatore. “Il Dittatore”, terzo film
che l'attore realizza con il regista di “Borat” Larry Charles, non fa
assolutamente eccezione: anzi, si spinge molto in là verso un umorismo
chiassoso e nel peggiore dei casi Infantile e disgustoso. Haffaz Aladeen è il dittatore di
Wadiya, paese immaginario del nord Africa, capriccioso e volubile, il generale
e supremo leader partecipa (e vince) alle sue olimpiadi, recita nei suoi film,
detesta le bombe spuntate e adora le armi , ha il vizio delle pene capitali,
dei cartoni animati e della Wii. Antidemocratico e orgogliosamente scemo Haffaz
Aladeen è 'invitato' dalle Nazioni Unite a dimettersi.
Una riflessione: Sacha Baron Cohen e Charlie
Chaplin hanno biografie che si
assomigliano. Entrambi sono uomini britannici star del cinema comico.
Entrambi hanno un debole nel prendere in giro i potenti. Entrambi hanno radici
ebraiche. Quindi si puo’ dire che
Baron Cohen si è divertito a
re-immaginare una delle opere di Chaplin “Il Grande Dittatore”.
Sorprendentemente Baron Cohen ha realizzato un film più potente rispetto a quello di Chaplin.
Amm. Gen. Haffaz Aladeen è l'eroe del film, anche se certamente non molto simpatico. Un composito collage dei peggiori leader mondiali, è ricco di petrolio, omicida, e ha il sogno di usare le armi nucleari contro Israele. Durante un viaggio a New York per un intervento presso le Nazioni Unite, Aladeen è tradito da uno zio malvagio (interpretato da Ben Kingsley, sempre felice di interpretare ruoli in contrasto con il ritratto di Gandhi che lo ha definito). Aladdeen chiede aiuto all’inconsapevole Zoey (Anna Faris), una femminista, vegana, responsabile negozio di alimentari biologici.
Amm. Gen. Haffaz Aladeen è l'eroe del film, anche se certamente non molto simpatico. Un composito collage dei peggiori leader mondiali, è ricco di petrolio, omicida, e ha il sogno di usare le armi nucleari contro Israele. Durante un viaggio a New York per un intervento presso le Nazioni Unite, Aladeen è tradito da uno zio malvagio (interpretato da Ben Kingsley, sempre felice di interpretare ruoli in contrasto con il ritratto di Gandhi che lo ha definito). Aladdeen chiede aiuto all’inconsapevole Zoey (Anna Faris), una femminista, vegana, responsabile negozio di alimentari biologici.
C’è voluto del coraggio per Chaplin per realizzare Il grande dittatore, in quell’epoca, sia perché ha rappresentato caratteri ebraici in ruoli eroici sia perché sollecitava una guerra contro le potenze dell'Asse in un momento in cui molti americani erano restii a farsi coinvolgere.
Le parti migliori di Il grande dittatore, le scene che lo rendono un classico, sono quelle più lievi, come la sequenza dove “Chaplin” gioca con un palloncino globo giocattolo e piange come un bambino quando si rompe.
Completamente nel carattere, Aladeen dà una ben
motivata ed incredibilmente
ironica argomentazione contro la
democrazia a favore del fascismo-one e non troppo sottilmente fa notare che le popolazioni delle società
occidentali sono spesso meno libere di quanto ci piace credere. E’ il momento
migliore del film.
Con la sua passione per l’umorismo escatologico, non è probabile che Baron Cohen sia candidato agli Oscar. Ma per me il film di Baron Cohen è veramente un gran bel film.
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